Trasporto e gestione contatore in tariffa D2 e D3

La voce “Spesa per il trasporto e la gestione del contatore” continua a suscitare perplessità nei consumatori, che ci chiedono chiarimenti su quanto viene a costare effettivamente questa voce in bolletta. Per il significato generale rimandiamo al precedente articolo Trasporto e gestione del contatore nella bolletta elettrica, qui invece esaminiamo in concreto le cifre da pagare.

Prima di tutto diciamo che la cifra in bolletta si riferisce al solo periodo coperto dalla bolletta, vale a dire generalmente al bimestre, esattamente come tutte le altre voci di spesa, e non all’intero anno.

Tale spesa è composta da una parte fissa, che per la tariffa D2 per uso domestico residente con 3 kW di potenza ammonta a 44,58 euro all’anno (14,40 euro di quota fissa + 30,18 euro di quota potenza, pari a 10,06 euro/kW moltiplicati per 3 kW di potenza massima disponibile).

Pertanto la quota fissa bimestrale relativa al “trasporto e la gestione del contatore” per l’utente residente tipico ammonta mediamente a 7,43 euro, a cui però si aggiunge la quota consumo, articolata su tre scaglioni, che per consumi fino a 1800 kWh/annui, pari a circa 300 kWh in bolletta, costa meno di un centesimo al kWh (0,716 cts), per salire a circa 3 cts/kWh nel secondo scaglione, da 1801 a 2640 kWh annui, e a circa 7 cts/kWh nell’ultimo scaglione, per consumi eccedenti i 2640 kWh annui.

La cifra che compare in bolletta accanto alla voce “Spesa per il trasporto e la gestione del contatore” è quindi composta da una quota fissa intorno ai 7 euro e mezzo, più una quota consumo che al disotto dei 300 kWh non dovrebbe superare i 2 euro.

Per una valutazione rapida e approssimativa, si può dire che questa voce di spesa non dovrebbe superare i 10 euro complessivi per consumi bimestrali inferiori a 300 kWh, può arrivare intorno a 15 – 16 euro per consumi sui 500 kWh, e da lì in avanti bisogna aggiungere circa 7 euro per ogni 100 kWh consumati in più: 23 euro per 600 kWh, 30 euro per 700 kWh e così via.

Sono tutte cifre al netto dell’IVA, in base ai prezzi stabiliti dall’Autorità per l’Energia nel primo trimestre del 2016 per la tariffa D2 per uso domestico residente.

Vediamo invece i costi per la stessa voce di spesa nel caso di una tariffa D3 per uso domestico non  residente, supponendo sempre 3 kW di potenza massima disponibile. 

Qui la quota fissa annua totale sale a 84,38 euro (Quota fissa: 19,31 euro/anno + Quota potenza: 21,69 euro/kW * 3 kW = 65,07 euro/anno), pari a circa 14 euro al bimestre.

A questi va sommata la quota consumo, qui organizzata su due soli scaglioni, con un costo di circa 2,6 cts/kWh per i consumi fino a 1800 kWh all’anno, pari a circa 300 kWh nel bimestre, e circa 4,3 cts/kWh per i consumi eccedenti tale soglia.

Anche qui, volendo dare un criterio per una valutazione rapida, si può dire che la spesa per il trasporto e gestione del contatore dovrebbe essere compresa tra i 14 e i 22 euro per consumi bimestrali fino a 300 kW, e la cifra per i consumi superiori si può calcolare sommando 4,3 euro per ogni 100 kWh in più, vale a dire circa 26,3 euro per 400 kWh, 30,8 euro per 500 kWh e così via.

Sono naturalmente cifre approssimative che possono essere utili per renderci conto a colpo d’occhio se la nostra bolletta rientra più o meno nella norma o se c’è decisamente qualcosa che non va.

Va segnalato anche il fatto curioso che l’ultimo scaglione di consumo costa più caro per le utenze residenti in tariffa D2 (6,9 cts/kWh) che per le utenze non residenti in tariffa D3 (4,3 cts/kWh), provocando così quello strano fenomeno per cui quando si arriva a consumi davvero molto elevati la tariffa D3 risulta conveniente rispetto alla tariffa D2, di cui abbiamo già parlato in questo articolo: Quando la tariffa D2 per uso residente costa più della D3.

Per evitare equivoci, vogiamo infine precisare che le cifre indicate per la quota consumo non rappresentano il costo del kWh ma solo la componente relativa alla voce “Spesa per il trasporto e la gestione del contatore“, a cui si aggiungono le componenti relative alla “Spesa per la materia energia” e la “Spesa per oneri di sistema“, oltre naturalmente alle imposte: IVA 10% e accise per la parte non esente.

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